Insalata in busta a rischio listeria: i lotti interessati e che cosa bisogna fare
Richiamate le confezioni di 19 marchi in vendita nei supermercati. L’invito ai consumatori è di “restituire il prodotto al punto vendita dove è stato acquistato”. Che cos’è la listeriosi
I consumatori italiano devono fare molta attenzione all’insalata iceberg confezionata in busta. Se è nel frigorifero in questi giorni potrebbe essere a rischio listeria. Sul sito del ministero della Salute, nel pomeriggio di giovedì 12 settembre, è comparso l’avviso per un massiccio richiamo di lotti di insalata. Diciannove i marchi coinvolti: Vivinatura, Tres Bon, Torre in Pietra, Tornese, Sigma, Selex, Polenghi, Ortoromi, Ortofresco pulito, Natura è, Mi Mordi, Latte Francia, Il mio orto, Il Castello, Colline Verdi, Ciro Amadio, Centrale del latte, Alifresh, Foglia Verde Eurospin.
I numeri dei lotti – prodotti dall’azienda Ortoromi Società Cooperativa Agricola, presso lo stabilimento di Bellizzi (Salerno) – sono disponibili sul sito del ministero della Salute.
Che cos’è la listeriosi
La listeriosi, ovvero la malattia causata dal batterio listeria, si presenta in genere come gastroenterite nel giro di poche ore dall’ingestione del cibo contaminato. In alcuni rari casi può portare all’insorgenza di meningiti, encefaliti e setticemie. Listeria monocytogenes è un batterio patogeno Gram-positivo ampiamente diffuso nell’ambiente, nel suolo, nell’acqua e nella vegetazione. “La sua capacità di crescere e riprodursi a temperature molto variabili (da temperature di refrigerazione sino a 45 gradi centigradi), nonché la sua capacità di tollerare ambienti salati e pH acidi lo rendono un batterio molto resistente a varie condizioni ambientali, incluse quelle che si hanno nella produzione e nella lavorazione degli alimenti”, ricorda sul suo sito l’Istituto superiore di sanità. La listeriosi può assumere diverse forme cliniche, “dalla gastroenterite acuta febbrile più tipica delle tossinfezioni alimentari, che si manifesta nel giro di poche ore dall’ingestione (è in genere autolimitante nei soggetti sani), a quella invasiva o sistemica, che nei casi più gravi può portare all’insorgenza di meningiti, encefaliti e gravi setticemie. Nelle forme sistemiche l’incubazione può protrarsi anche fino a 70 giorni”, fa sapere l’Iss.
Condividi
Commento all'articolo