Castellammare: riflessione dell’ex consigliere Sica (F.d.I) sul recupero della sicurezza e del decoro di Quisisana
Una riflessione su Quisisana e la necessità di un serio recupero per la sicurezza ed il decoro! Durante le scorse notti un albero è caduto su di una auto parcheggiata lungo via salita Quisisana danneggiandola. Questo singolo episodio è sintomatico della necessità di un ragionamento complessivo su tutta la zona dei boschi di Quisisana.
La zona di Quisisana sta rifiorendo grazie al Museo Archeologico di Stabia Libero D’Orsi presente all’interno della Reggia di Quisisana voluto ed inaugurato dall’allora amministrazione. Il museo è stato inserito all’interno del circuito di Pompei garantendo anche collegamenti con Bus che, con tante corse al giorno, portano una numerosa utenza. Inoltre è in via di recupero la parte “bassa” del parco perimetrale alla Reggia, ma il problema è inziare a ragionare su di un serio recupero di tutta la zona dei Boschi di Quisisana ( oltre alla riapertura della strada che porta a Faito).
I Boschi di Quisisana vivono un degrado davvero svilente che però contrasta con la grande frequentazione della cittadinanza che anima quei boschi ( ad esempio andando a raccogliere le castagne, facendo Jogging, pic nic ecc… oltre a chi ci vive).
Il degrado è, come in questo caso, sinonimo di insicurezza, ciò è davvero qualcosa di gravissimo se si pensa alla mole di persone che a vario titolo frequentano la zona.
Per evitare tragedie sarebbe necessario mettere in campo una seria opera di messa in sicurezza della zona, e per valorizzare la stessa si dovrebbe pensare ad un grande progetto di riqualificazione.
La zona di Quisisana è una delle più belle di Castellammare, il minimo dell’ordine ed del decoro è garantito principalmente da chi ci abita e da “madre natura” che ha regalato tanta bellezza a questa porzione di territorio ma purtroppo questo non basta. Oltre alla messa in sicurezza relativa agli alberi pericolanti, alla strada, al decoro, serve anche una implementazione delle telecamere per evitare che le zone più nascoste e poco illuminate siano bivacco per balordi e drogati.
Tempo fa portai il sopraintendente di Napoli a visitare la zona evidenziandone le pessime condizioni, il quale si rese disponibile ad aprire un “tavolo” a cui però fin ora Parco dei Monti Lattari, Amministrazione comunale e i vari enti competenti sono risultati inoperosi.
Con questo scritto voglio lanciare un monito a tutte le autorità competenti affinché affrontino in maniera seria e risolutiva la problematica .
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