Calcio, serie A: Sebastiano Esposito, bomber stabiese dell’Empoli si confessa
E’ il secondo di una dynasty di calciatori composta da tre fratelli. Stiamo parlando di Sebastiano Esposito, classe 2002, fratello di Salvatore classe 2000 e Pio classe 2005. Tutti nati a Castellammare di Stabia e figli d’arte del papà Agostino, già calciatore e allenatore in serie C. Lui, Salvatore e Pio sono nati nel quartiere popolare del Cicerone dove hanno iniziato a dare i primo calci ad un pallone nel campetto del rione. Il campetto che in questi giorni hanno rimesso a posto con le loro mani. Oggi Sebastiano è un attaccante che l’Inter ha dato in prestito all’Empoli in serie A. Nelle prime sette partite di campionato ha già messo a segno 2 gol e in questi giorni è sotto i riflettori di grandi giornali nazionali come “La Gazzetta dello Sport” alla quale ha raccontato le sue origini e le sue speranze.
Sebastiano Esposito è di Castellammare di Stabia come gli altri due fratelli. Tutti calciatori professionisti grazie al papà Agostino che ha giocato e allenato in serie C con la Juve Stabia.
“Mio padre ha avuto un grande merito: lasciarci liberi di fare le cose che ci piacevano di più, come quella di giocare a calcio e noi lo facevamo tutti i giorni”. Oggi Sebastiano è il centravanti dell’Empoli, in prestito dall’Inter, e durante l’intervista rilasciata a “La Gazzetta dello Sport” ringrazia spesso la società attuale, per la fiducia accordatagli dopo che a soli 22 anni era stato già girato in prestito ad altre 8 squadre.
“Questo è il primo club di A che ha creduto in me – ribadisce alla rosea – Una nuova vita, sì. Ha avuto il coraggio, è una famiglia, dà valore ai soldi e non li sperpera. Io non sono sorpreso da questo avvio, è la gente che è sorpresa. Bisognava venire in ritiro a guardare gli allenamenti. Stiamo bene nei 20 metri, ognuno corre per l’altro”.
Poi Sebastiano Esposito ricorda i suoi trascorsi nel calcio europeo dove però ha trovato tante difficoltà per il suo carattere che lui stesso definisce “fumantino”
“Ho un carattere fumantino, al Basilea litigai con l’allenatore svizzero, ma poi hanno cacciato lui. All’Anderlecht ho fatto sei mesi, Bruxelles è carina. Sono club organizzati. Per colpa del carattere non mi valorizzavano, l’ho pagato a caro prezzo. Sono permaloso, a volte scontroso, ma sicuro di me stesso. Ma da lì ho avuto la forza di ripartire. Prima Bari e poi Samp. Ho preso il procuratore Giuffredi. E Polito, Andrea Mancini e Pirlo mi hanno dato fiducia”
Così conclude Esposito
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