Il pittore e scultore stabiese Antonio Gargiulo si confessa: “solo chi ha vissuto certe violenze è in grado di rappresentarle”
In questi giorni si è parlato tanto di lui a proposito delle sue opere e della sua arte. Il sindaco di Castellammare, Luigi Vicinanza l’altro ieri ha annunciato sul suo profilo facebook di aver restaurato il busto di Raffaele Viviani che si trova nel viale degli artisti in villa comunale. In effetti però quel monumento è stato solo “raddrizzato” perché rischiava di cadere sulla gente. Erano tanti anni che il monumento al commediografo stabiese era transennato perché pericolante. Nell’occasione da queste pagine avevamo sostenuto che quell’opera era stata realizzata dal pittore e scultore stabiese Antonio Gargliulo. “Nulla di più sbagliato – ci ha detto stamattina il diretto interessato – la mia opera raffigurante un mezzo busto di Raffaele Viviani è a Napoli, sulla tomba dove riposa lo scrittore stabiese. Mi fu commissionata dal comune di Napoli per sostituire l’opera precedente che era stata trafugata”. Antonio Gargiulo è sicuramente il maggiore pittore e scultore vivente a Castellammare di Stabia e le sue opere sono molto apprezzate sia nella sua città natale che fuori. Siamo fortunati ad averlo come nostro contemporaneo e nelle belle giornate è facile incontrarlo al bar intento a lavorare davanti a un buon caffè. E proprio l’altra mattina abbiamo avuto il piacere di trovarlo al bar Diana, seduto a ad un tavolino a chiacchierare con degli amici. E’ stata l’occasione fargli qualche domanda sui lavori che sta facendo ed in particolare sulla scultura a cui sta lavorando da qualche mese dedicata a Giacomo Matteotti. L’idea di fare una scultura al segretario del Partito Socialista Unitario, ucciso dai fascisti il 10 giugno 1924, parte da un episodio di violenza, da lui subita, quando aveva appena 6 anni, negli anni difficili del dopoguerra, quando in Italia era un problema essere il figlio di un comunista. “Era il 1946, a Castellammare si stava svolgendo una manifestazione politica con il comizio di un parlamentare comunista, Emilio Sereni, (n.d.r.: deputato alla Costituente, Ministro per l’Assistenza post-bellica (1946-47) e dei Lavori pubblici (1947), fu senatore 1948-63 e deputato 1963-72). Avevo 6 anni e mio padre mi portava con lui a tutte le manifestazioni organizzate dai lavoratori. Mi teneva per mano per non perdermi nella folla. Alla fine del comizio insieme a tutti i partecipanti accompagnammo il parlamentare alla stazione ferroviaria. Nella piazza, oggi intitolate a Giacomo Matteotti, trovammo la “celere” schierata ad attenderci. Per la polizia la manifestazione non era autorizzata e quindi iniziò a “caricarci” per disperderci. I poliziotti cominciarono a dare manganellate a tutti. Adulti, donne e bambini furono dispersi a colpi di bastonate. Per evitare le botte tentammo di scappare ma terminai a terra e venni calpestato dalla furia della folla. Solo chi ha vissuto certe violenze è in grado di rappresentarle. Tutte le mie opere contengono sempre qualcosa di quell’episodio di violenza“. Quell’episodio ha segnato tutta la vita di Gargiulo ed a 100 anni dalla morte di Giacomo Metteotti ha voluto dedicargli una scultura. “E’ un’opera che contiene anche tanti elementi autobiografici – precisa l’artista – Mi è stato facile rappresentare le sofferenze passate tanti anni fa. La gente dimentica facilmente e solo chi ha vissuto certe violenze è in grado di rappresentare il sacrificio che ha fatto Matteotti per la libertà dando la sua vita”. Stiamo parlando di una scultura che Antonio Gargiulo vorrebbe collocare proprio a piazza Mettotti a Castellammare. Per la precisione sulla scalinata che porta all’interno della stazione della ferrovia delle stato. L’opera raffigura un uomo piegato su stesso, schiacciato dalla forza di elementi simili a tubi metallici e travi lignee cadenti dall’alto. “In effetti sono elementi geometrici lineari che contrastano con la plasticità della scultura – ammette l’autore – Linee rette che danno dinamismo all’opera. Comunque ognuno è libero di avere una visione personale dell’opera che, però, a mio avviso rende molto bene l’idea della drammaticità dell’evento senza cadere nella retorica”. Per chi non conosce Antonio Gargiulo ricordiamo che è possibile ammirare le sue principali opere in vari luoghi della città. Tra le più famose ricordiamo la pittura dedicata all’assalto fascista a Palazzo Farnese nel 1921 nel quale morirono 6 persone. 5 manifestanti e il maresciallo dei carabinieri Carlino. L’affresco, dal titolo “Piazza Spartaco” è conservato nel salone delle assemblee del Partito Democratico di Castellammare che ha sede al corso vittorio Emanuele. In villa comunale invece, nel viale dedicato agli artisti è possibile ammirare i mezzo busti dello scrittore e commediografo Annibale Ruccello, degli attori Ciro Madonna e Italo Celoro. Sempre in villa comunale, nella fontana posta all’altezza dell’ex “Casa del Fascio” è possibile apprezzare la bellezza della statua dei “canottieri”, dedicata da Antonio Gargiulo alle gesta dei campioni stabiesi di canottaggio per le medaglie conquistate alle olimpiadi ed ai mondiali. In ultimo, sperando di non dimenticare nessuna opera d’arte, nel cortile della palestra della scuola media Francesco Di Capua a via Napoli è possibile rendersi conto della bellezza della statua de “La Tedofora”.
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