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E’ iniziata la guerra della “Spazzatura”, è scontro tra alcuni consiglieri comunali di palazzo Farnese e i sindacati Fiadel, Cgil e Uil

A Castellammare è iniziata la guerra della spazzatura. Lo scontro è cominciato non appena è iniziata le nuova consiliatura e si è insediato il nuovo sindaco dopo oltre due anni di commissariamento. A scontrarsi sono i sindacati di categoria Fiadel, Cgil e Uil e un gruppo di consiglieri della maggioranza, i così detti dissidenti, quali Lea Iovino, Nello Cuomo, Teresa d’Angelo, Ciro Cascone e Gennaro Oscurato, dopo la presentazione di un’interrogazione consiliare di questi ultimi sul servizio di igiene urbana

Per il gruppo dei così detti dissidenti “la città è sporca” e chiedono chiarimenti sulle assunzioni e il rispetto di quanto stabilito dal capitolato d’appalto circa la sede operativa della ditta appaltatrice sul territorio stabiese. Ma Fiadel, Cgil e Uil non sembrano propensi a cadere nella trappola delle interrogazioni ad “orologeria” e prendono le distanze da una parte della politica stabiese che, a loro dire “da sempre squalifica l’attività politica nella Città di Castellammare” . Di seguito si riporta il testo integrale del comunicato:

“Le scriventi organizzazioni sindacali per loro formazione e cultura evitano costantemente qualsiasi riflesso, anche indiretto, delle diatribe e rivendicazioni che da sempre squalificano l’attività politica nella Città di Castellammare. Il sistema dei messaggi taciti, delle espressioni di forza e dei ricatti non appartengono al sindacato, ma, purtroppo, continuano ad essere gli unici strumenti a disposizione di una parte, ancorché ridotta, dei soliti soggetti politici imputrescibili nel tempo grazie alla rete di rapporti che sono riusciti a tessere. Le organizzazioni sindacali non possono essere certamente interessate ad interloquire con tali personaggi né a replicare a quanto strumentalmente, di volta in volta, esprimono per tentare di soddisfare le proprie ambizioni. Fare sindacato, peraltro, significa non solo tutelare gli aspetti economici dei lavoratori e la correttezza delle misure previste a loro difesa, fare sindacato impone anche di proteggere e salvaguardare la dignità dei lavoratori da chiunque tenti in un qualunque modo di discreditarne la qualità del lavoro. Un gruppo di politici locali, fino ad oggi del tutto indifferenti rispetto alla gestione dei rifiuti nella Città di Castellammare, hanno recentemente formulato una interrogazione al Sindaco su tale materia. Depositare interrogazione è una giusta e fondamentale prerogativa dei Consiglieri Comunali ai quale lo stesso ordinamento garantisce un ampio controllo sull’attività amministrativa e tecnica di chi amministra e dirige la “macchina comunale”. Per tale motivo, appare sicuramente opportuna e degna di nota la richiesta sulla verifica della congruità tra l’attività eseguita e quella prescritta dal Capitolato d’Appalto che disciplina l’affidamento dei servizi ambientali. In modo singolare, l’interesse sulla gestione dei rifiuti non era altrettanto matura nei soggetti firmatari l’interrogazione in oggetto quando le scriventi organizzazioni sindacali contestavano pubblicamente e nel merito gli atti di gara, compreso il suo Capitolato e soprattutto il preliminare Piano Industriale. Ma a ben vedere, ciò è inevitabile. All’epoca di approvazione degli atti di gara, infatti, vigeva il commissariamento dell’Amministrazione e, quindi, non vi erano assessorati o presidenze da reclamare. Adesso, con l’elezione di un’amministrazione, dovremmo capire cosa sta succedendo. Le scriventi organizzazioni sindacali non possono che sorridere, pur in modo amaro, nel vedere questi uomini della politica preoccupati della corrispondenza tra attività eseguite e Capitolato, quando, sicuramente, non avranno letto né lo stesso Capitolato né il relativo Piano Industriale.Se lo avessero fatto, e soprattutto se avessero capito il contenuto di tali atti, l’interrogativo che si sarebbero posto non sarebbe stato quello di accertare la corrispondenza tra l’organizzazione prospettata dal Piano Industriale e quella posta in essere dall’impresa appaltatrice. Il problema che avrebbero dovuto porsi sarebbe quello di verificare se lo stesso Piano esprima o meno una soluzione in grado di garantire una qualità del territorio in linea con le aspettative dei cittadini e dei turisti. Soprattutto, si sarebbero dovuti chiedere se le tante soluzioni previste non possano, come spesso succede, essere improponibili senza un cambio di marcia da parte degli stessi cittadini e turisti. I cittadini sono i principali utenti dei servizi ambientali, ma a loro è richiesta una fattiva collaborazione e l’adozione di appropriate condotte, senza le quali, niente possono gli operatori del settore. E’ sufficiente, passeggiare in Villa Comunale alle prime ore del giorno per comprendere quali siano i reali problemi. Le scriventi organizzazioni sindacali, si ribadisce, non hanno voce nella verifica della correttezza dell’impresa appaltatrice rispetto agli adempimenti previsti, una volta che sia garantita la sicurezza, il trattamento giuridico ed economico dei lavoratori. Allo stesso modo, si conferma, peraltro, che la tutela dei lavoratori comprende anche la loro dignità ed immagine. Solo per questo aspetto, in via del tutto precauzionale, le scriventi organizzazioni sindacali non possono che chiarire un aspetto fondamentale. I firmatari dell’interrogazione in oggetto ritengono che “a tutt’oggi la città è sporca” e su tale valutazione, data la relativa soggettività, è nullo l’interesse delle scriventi organizzazioni sindacali. In tali casi, dovrebbe essere l’intelligenza dei soggetti a spingerli ad indagare sui motivi per i quali la “città è sporca”. Non si crede che tale atteggiamento caratterizzi gli uomini della politica in questione. Sono stati assenti quando venivano approvati gli atti di gara, guardandosi bene dall’intervenire, a differenza di molti cittadini. La circostanza deve essere ben chiara a questi signori: non vi permetteremo di porre in discussione la qualità e l’intensità del lavoro eseguito, giornalmente, dagli operatori addetti. Durante l’emergenza dettata dal virus Covid, questi lavoratori, rischiando in prima persona, hanno eseguito ugualmente la loro attività, pur correndo l’oggettivo rischio di essere contaminati dai rifiuti prodotti da soggetti ignori di essere stati contagiati. Dopo la frana che da Gragnano ha invaso le strade cittadine di detriti, gli stessi operatori erano in prima linea per ovviare alle inevitabili difficoltà. La sera successiva sono stati questi lavoratori a garantire il ripristino delle caditoie per scongiurare che una eventuale pioggia potesse allagare la città. E sono ancora questi operatori che ogni mattina garantiscono la pulizia della Villa Comunale, dopo aver liberato, nella notte, ogni strada dall’incredibile e variegata quantità di rifiuti. A loro si rivolgono le scriventi organizzazioni  sindacali  con  un solo  monito:  giù le mani dai        lavoratori! Se viceversa, e saranno i fatti a dimostrarlo, gli uomini della politica in questione hanno inteso ed intendono porsi effettivamente il problema della qualità dei servizi ambientali, le scriventi organizzazioni sindacali saranno il loro più efficace alleato. A loro, a questo punto, decidere chi essere”.

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